L’ANLAIDS all’Istituto Comprensivo Pinocchio Montesicuro_il problema delle malattie sessualmente trasmissibili e dei comportamenti responsabili per la prevenzione
Nella giornata del 19 marzo, il Dott. Luca Butini, immunologo dell’Ospedale Regionale Umberto I di Torrette e Paolo Petrucci, educatore presso Associazione Opere Caritative Francescane, hanno incontrato alunne ed alunni dell’Istituto Comprensivo Pinocchio-Montesicuro di Ancona per il “Progetto Anlaids”. Il progetto rappresenta ormai nella nostra scuola una tradizione consolidata visto che da circa venti anni viene riproposto; ogni anno l’intervento assume una connotazione diversa e circostanziata sulla base dell’evoluzione dei progressi scientifici e soprattutto sulla base del cambiamento psico-sociale dell’utenza.
La fase di vita della preadolescenza e dell’adolescenza comprende anche lo sviluppo della dimensione sessuale, coinvolgendo diversi aspetti della personalità, che, andando al di là dell’identità corporea del soggetto, coinvolge l’identità psicologica e sociale della persona nei suoi rapporti con gli altri. L’obiettivo dei nostri esperti è stato proprio quello di estendere tale consapevolezza agli aspetti psico-sociali che la sessualità coinvolge valorizzando la dimensione sessuale che va trasmessa attraverso il sostegno di competenze che hanno a che fare con il rispetto di sé e dell’altro, la responsabilità delle proprie azioni, la capacità di prendere decisioni in modo autonomo e sicuro, quindi, più in generale ad avere un atteggiamento positivo e critico, non precostituito, nei confronti della sessualità.
In questo scenario si è affrontato il problema delle malattie sessualmente trasmissibili e come comportamenti responsabili siano alla base per evitarle o per curarle.
Particolare attenzione è stata data all’infezione da HIV e all’ AIDS; rispetto ad altre infezioni questa presenta connotazioni del tutto particolari, sia sotto l’aspetto scientifico che sociale. Da un lato ha permesso di sviluppare ricerche di base che sono riuscite a trasformare un’infezione mortale in una malattia che può essere tenuta sotto controllo, considerata quindi per molti aspetti cronica dal momento che se una persona con HIV è in terapia con farmaci efficaci, che mantengono persistentemente la “carica virale” (cioè la quantità di virus presente nel sangue/secrezioni) a livelli non misurabili da almeno 6 mesi non può più essere considerata contagiosa (U = U Undetectable= Untrasmittable); purtroppo manca ancora la realizzazione di un vaccino tale da debellare la malattia.
D’altro canto, l’AIDS è stato ed è anche altro: ci ha sensibilizzati su aspetti sociali, economici e soprattutto etici e comportamentali, spingendoci ad approfondire temi che sembravano non interessare la nostra coscienza. Le ragioni di ciò hanno fondamentalmente una doppia origine: da una parte vi è stata una rappresentazione sociale dell’AIDS che solo parzialmente sta lentamente cambiando; dall’altra vi è il peso relazionale dell’infezione, la cui trasmissione è legata anche a comportamenti etologicamente fondamentali quali la sessualità e la procreazione.
Il dramma dell’AIDS può essere preso come riferimento intorno a cui costruire un processo educativo globale che va dalla trasmissione di conoscenze scientifiche senza alimentare confusioni alla formazione di una coscienza di solidarietà. Il rispetto dell’uguaglianza delle persone, il principio di reciproco aiuto, la preparazione ad un clima di servizio sono fondamentali nella formazione dei giovani affinché impostino la loro vita sulla ricerca del bene comune in tutti i suoi aspetti.
Studentesse e studenti si sono dimostrati estremamente attenti e interessati ed hanno colto l’occasione per porre alcune domande.
L’Istituto, pertanto, ringrazia gli esperti per la preziosa opportunità.

(la Referente del Progetto
Prof.ssa Elena Astesiano)










